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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,75
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originale
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[75] Hanc igitur tantam a dis inmortalibus arbitramur malorum sementim esse factam? Si enim rationem hominibus di dederunt, malitiam dederunt; est enim malitia versuta et fallax ratio nocendi; idem etiam di fraudem dederunt, facinus ceteraque, quorum nihil nec suscipi sine ratione nec effici potest. Utinam igitur, ut illa anus optat, 'ne in nemore Pelio securibus caesae accidissent abiegnae ad terram trabes', sic istam calliditatem hominibus di ne dedissent, qua perpauci bene utuntur, qui tamen ipsi saepe a male utentibus obprimuntur, innumerabiles autem improbe utuntur, ut donum hoc divinum rationis et consilii ad fraudem hominibus, non ad bonitatem impertitum esse videatur.
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traduzione
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75. Possiamo davvero pensare che gli d?i si siano fatti seminatori di cos? grandi mali? E' un fatto che se gli d?i
hanno fatto dono agli uomini della ragione hanno installato loro anche la malizia che altro non ? se non uno scaltro e
ingannevole sistema di nuocere. Sempre gli d?i hanno quindi instillato loro anche la frode, la criminalit? e tutto ci? che
? strettamente legato alla facolt? razionale. Come la vecchia del dramma esclama:
? Oh se nel bosco dei Pelio non fossero cadute sotto i colpi delle scuri le travi d'abete! ?.
cos? si addice anche a noi ribattere: ? Oh se gli d?i non avessero donato agli uomini codesta astuzia di cui pochi
sanno fare buon uso, e sono essi stessi le vittime d? altri che cadono nello stesso errore, e che molti usano per fini
disonesti, s? che il divino dono della ragione e della saggezza appare un dono all'uomo per ingannare, non per fare del
bene ?.
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